Legamento crociato anteriore e ritorno allo sport. Nuove strategie riabili-tative e l’importanza di scegliere un fisioterapista di livello.

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Se anche la FIFA ha deciso di raccogliere dati su questo infortunio molto frequente nei calciatori, e calciatrici soprattutto, e di stilare una tabella di 11 esercizi raccomandati per la prevenzione, significa che siamo di fronte ad un infortunio non proprio banale.

Non lo può essere per molti fattori, tra cui ovviamente l’incidenza, ma anche il tempo che l’atleta deve rinunciare all’ attività specifica.

Un po’ di dati…

Per rendere più chiaro il quadro basti pensare che si stima che ogni anno ci siano circa 150.000 infortuni del crociato anteriore. Nei professionisti il ritorno allo sport è di circa 90% ma nei dilettanti la percentuale cambia e si parla dell’80%, di cui però solo il 65% a livelli pre-trauma.

Chi ha avuto un infortunio al legamento crociato anteriore è esposto ad un rischio di re-infortunio del 30-40% rispetto a chi non ha mai avuto trauma simile, e sembra con maggior rischio dell’arto controlaterale al primo infortunio.

Senza voler esser noiosi, è evidente come a questo punto diventi fondamentale un approccio di livello e multidisciplinare.

Molti studi scientifici ma…

Ma nessun consenso della comunità scientifica per ciò che concerne il ritorno allo sport. Anzi, a dirla tutta, sarebbe più corretto parlare di una sequenza di rientro dell’atleta suddivisa in ritorno alla partecipazione—>ritorno allo sport—>ritorno alla performance. Questo rende più semplice capire la progressione, perché molti infortuni si presentano negli allenamenti non solo nelle gare o partite.

Quando posso tornare a giocare?

Tutti i fisioterapisti hanno sentito pronunciare questa domanda dal loro paziente, è un fatto assodato. Fornire una risposta esatta non è facile, anzi, ma essere onesti si e allora al nostro paziente dobbiamo far capire che non ci si basa solo e soprattutto sul fattore tempo ma su una serie di criteri che possano inquadrare la totalità dello stato di salute.

Ecco perché si parla di criteri ma non tempi.

Sui tempi non c’ è purtroppo come detto un consenso. La comunità scientifica si raccomanda di non anticipare mai i 6 mesi e raccomanda intorno ai 9 mesi per prestazioni ad alto rischio (sport di contatto cambio direzione ecc..) ma ognuno di noi è diverso.

Attualmente i criteri che sembrano più affidabili per garantire un rientro senza complicanze di re-infortunio sono:

– forza muscolare; specialmente degli hamstring e medio gluteo non solo quadricipite

  • controllo neuromuscolare
  • buona particolarità di ginocchio ma anche di caviglia ed anca
  • 4 test dei salti ad una gamba
  • aspetti psicologici, come paura di rientrare allo sport.

Programma riabilitativo

Il centro Fisioterapia La Spezia quotidianamente si occupa di atleti con questo tipo di infortunio. La scelta di un trattamento di qualità è alla base del recupero.

Il programma riabilitativo è ampio e affronta tutti gli aspetti che sono stati precedentemente elencati: il recupero dell’articolarità, della forza, del controllo neuromuscolare, recupero gesto sport-specifico, valutazione fattori rischio, multidisciplinarietà. Tutto questo è fatto in stretta collaborazione con i medici di riferimento, per garantire un percorso qualitativo e completo sotto ogni aspetto della persona, perché il rischio non è solo biomeccanico ma multifattoriale. Ecco perché il nostro staff è a tua disposizione!

A cura di:

MATTEO REGE CAMBRIN, FISIOTERAPISTA , OMPT

  • laureato in fisioterapia
  • master universitario 2 livello in “riabilitazione dei disordini muscolo scheletrici”, abilitante alla terapia manuale
  • specializzando in osteopatia
  • specializzato in kinesiotaping
  • certificato blsd

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