Fibrolisi

La fibrolisi diacutanea, creata e sviluppata dal fisioterapista Kurt Ekman, è una tecnica specifica fisioterapica utilizzata nella cura dei disordini muscolo-schelettrici.

La sua applicazione è resa possibile attraverso l’uso di manipoli di varie dimensioni chiamati fibrolisori a forma di ganci con le estremità arrotondate, che vanno ad agire direttamente sui tessuti molli, eliminando aderenze cutanee e ripristinando lo scivolamento dei diversi piani anatomici, a livello mio-fasciale.

La sua azione ha un effetto :
• meccanico, sulle strutture fibrose
• circolatorio, a livello sanguigno e linfatico
• riflesso, sul tono muscolare

È indicato per:
• aderenze traumatologiche e post-chirurgiche
• algie infiammatorie e non
• neuralgie meccaniche
• sindromi trofiche

È controindicato a seconda:
• dello stato cutaneo
• della qualità circolatoria
• della psicologia ed età del paziente

La tecnica prevede tre fasi in successione:
• fase palpatoria, dove si delimita la zona da trattare grossolanamente
• fase strumentale, dove attraverso il fibrolisore si ispeziona la zona di aderenza in maniera più accurata
• fase di fibrolisi, dove tramite il gancio si traziona al fine di rompere le fibre connettivali delle aderenze

Purtroppo non è un trattamento indolore; il fibrolisore si inserisce laddove le dita delle mani non arrivano riuscendo ad essere più selettivo, tratta zone di tensione, infiammazione o con maggior sensibilità, quindi può scatenare una risposta dolorifica.

Per questo motivo e per la buona manualità richiesta per eseguirla, non si può considerare una tecnica semplice, necessita di una specifica formazione professionale.